Ė da qualche anno
(anzi da decenni) che queste accuse sulla magistratura vengono erogate da destra e sinistra. Diamogli uno sguardo noi che non siamo né di destra, né di sinistra.
Ho ricevuto tempo fa una mail che ho
stampato, ma non so per quale motivo, mi è rimasto solo il testo, senza, cioè
l’indicazione di chi me la spedì. Tuttavia, dato l’interesse che ha suscitato
in me, me ne avvalgo.
Leggo che Vincenzo Galgano, capo della
Procura della Repubblica di Napoli <ha
dichiarato al ”Corriere del Mezzogiorno” del 19 ottobre 2009: “Nella nostra
Procura ci sono alcuni PM faziosi e fanatici che danneggiano persone e
collettività e provocano sofferenze (…).
E poi abbiamo più ciucci che aquile>.
Sono parole gravissime che danneggiano
l’immagine di una Istituzione che dovrebbe (sì, dovrebbe) essere al di sopra di ogni giudizio negativo e sospetto.
Ma non è finita:
Piero Ostello sul Corriere della Sera dell’11 maggio 2013, ha lasciato, tra le
altre, queste straordinarie dichiarazioni: <A giudicare da come sono condotte certe inchieste (in un profluvio di
intercettazioni inutili) si perviene a sentenze poi smentite anni dopo, si
tratta di gente che non sa semplicemente fare il proprio mestiere o lo fa con
la presunzione di poter disporre della vita degli altri a proprio arbitrio. Il
difetto sta, evidentemente, in un concorso inadeguato a individuare preparazione
professionale e attitudini personali. Così, arrivano nei tribunali e nelle
procure persone animate o solo di un senso politico-palingenetico della propria
funzione o di una idea di se stessi che rasenta , più che presunzione, la
paranoia>.
L’autore
di molte di queste osservazioni è Gerardo Mazziotti (premio internazionale di giornalismo civile), il quale termina con
questo giudizio: <Va denunciato che in
nessun altro paese del mondo esiste un’”Associazione Nazionale Magistrati”, un
vero e proprio sindacato di categoria, che minaccia, e attua scioperi di
protesta contro leggi ad essa non gradite. E che solo una classe politica
inetta e pusillanime ha potuto consentire che i magistrati italiani si
organizzassero in correnti ideologiche. Come ad esempio “Magistratura
Democratica” che ha la sua Bibbia ne “La toga rossa”. Un libro che andrebbe
letto e commentato ogni sera in televisione.
Si tratta di
organizzazioni non previste dalla Costituzione e perciò illegittime. Da abolire
subito, senza se e senza ma. Basta il “Consiglio Superiore della Magistratura>.
In merito a quest’ultima osservazione di
Gerardo Mazziotti, si può consigliare la lettura del libro “Le toghe rotte” , scritto dal procuratore aggiunto alla Procura di
Torino edito da “Chiare Lettere”. Dove,
fra l’altro possiamo leggere: <(…).
Per capire perché accade tutto questo è necessario sapere che cosa succede
nelle aule dei tribunali e come si lavora nelle Procure. Ecco un libro che
finalmente lo racconta. Se si supera lo choc di queste testimonianze offerte da
vari magistrati e avvocati, sarà poi più facile valutare le esternazioni in
materia di giustizia che dal politico di turno, di volta in volta imputato,
legislatore, opinion maker, e spesso contemporaneamente tutte queste cose.
Accompagna le testimonianze un testo illustrativo ad uso dei cittadini per capire
come funziona la giustizia (la pena, i gradi di giudizio, le indagini, il
processo, ecc.)>.
Per provare a capire se la Magistratura nata dopo la Resistenza sia realmente
(come da titolo) inetta, politicizzata,
corrotta, farò seguire una analisi documentata di come operava la
Magistratura ai tempi del Male Assoluto.
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