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domenica 7 luglio 2013

Inutile generalizzare sulla liberalizzazioni economiche. - di Claudio Laterza

Inutile generalizzare sulla liberalizzazioni economiche.

Di Claudio Laterza
Con riferimento alle lettera del 15/03/2007 dal titolo "Liberalizazione economica", a firma di Alberto Calle, vorrei semplicemente far notare che Telecom è attualmente in mani italiane e continuerà ad esserlo almeno finché azionista di riferimento sarà la Pirelli di Tronchetti Provera.
Il buon Tronchetti, però, finora non aveva mai espresso il proposito di lasciare, anzi addirittura era alla ricerca di partner industriali con cui stringere alleanze per crescere a livello internazionale. Dunque, piuttosto che impegnarsi "a proteggere le aziende italiane, in modo tale da evitare che le imprese straniere acquistino le azioni e il controllo delle nostre aziende", sarebbe il caso di lasciare libere di autogestirsi quelle che già esistono e che potrebbero assurgere a ruoli internazionali. Prima ancora di essere campanilisti, prima ancora di ridurre le pastoie della burocrazia, prima ancora di favorire le privatizzazioni, basterebbe rispettare il lavoro altrui senza travalicare i più basilari principi di gestione privata. Per quanto riguarda Alitalia, il discorso è completamente diverso. Leggendo sommariamente i bilanci mi sembra che i problemi di Alitalia dipendano dall'esistenza di rotte non redditizie (soprattutto a causa degli incrementi del costo del carburante), nonché da una struttura di costo poco flessibile. In altre parole, occorre tagliare le rotte infruttuose e ridurre il personale. Solo in tal modo, a mio avviso, si può rendere più flessibile la struttura di costo e rilanciare Alitalia. Purtroppo, però, il potere politico (sia a destra che a sinistra) non ama licenziare perché equivale a perdere voti e, dunque, sull'altare della politica (personale) come sempre si sacrifica la competitività nazionale. D'altronde, questo spiega perché in tutti questi anni alla guida di Alitalia si sono alternati tanti manager di indubbia fama (Mengozzi, Cimoli, ora Libonati) che niente hanno potuto oltre che firmare bilanci pesantemente in rosso. I
nutile, dunque, fare generalizzazioni: i problemi di un'azienda devono essere affrontati caso per caso, con onestà intellettuale e manageriale, ma, soprattutto, con la volontà di guarire i malati piuttosto che, per bieco calcolo politico, posporre nel tempo un'inevitabile risoluzione dei problemi.

Fonte:

http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200703211325484931&chkAgenzie=TMFI

 

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