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domenica 20 ottobre 2013

PERCHÉ IL PARLAMENTO EUROPEO DEVE TRASFERIRSI A BRUXELLES: SERGIO ROMANO RISPONDE AD ALBERTO CALLE



Spostare la sede del Parlamento europeo a Bruxelles, non solo per motivi economici, ma anche pratici. Questo, in sintesi, quanto sostiene Sergio Romano che, nell’edizione di sabato scorso del Corriere della sera, risponde alla lettera inviatagli da Alberto Calle, collaboratore di "Sintesi Dialettica".
 
Nel suo messaggio all’ex ambasciatore, Calle scrive: "il 14 novembre vi sono stati nelle principali città europee scioperi e manifestazioni contro le misure d’austerità dell’Ue. Credo che la politica d’austerità debba iniziare dallo stesso Parlamento europeo. Bisogna abolire una sede: Strasburgo o Bruxelles. Così facendo risparmieremmo le spese per le continue trasferte da una sede all’altra: circa 180 milioni".
Cifra che per Romano sarebbe sicuramente superiore.
"Caro Calle, - risponde Romano – non sarei sorpreso se la cifra da lei citata fosse persino superiore e aggiungo che questo non è soltanto un problema di denaro. Un Parlamento che si riunisce a 434 km da Bruxelles—la città dove lavorano le sue commissioni e gli organi di governo dell’Ue — è una anomalia che pregiudica il buon funzionamento di tutte le istituzioni europee. Ne conosciamo le cause. La Francia voleva ospitare una grande istituzione europea e la sede di Strasburgo fu decisa in un periodo in cui il Parlamento aveva comunque funzioni modeste. Oggi, dopo le riforme degli ultimi due decenni, da Maastricht a Lisbona, l’assemblea è ormai l’interlocutore necessario della Commissione e del Consiglio".
Per Romano, dunque, "occorre, nell’interesse generale, spostarla a Bruxelles. Suppongo che anche il governo francese ne sia consapevole e che la sua resistenza sia dovuta principalmente a una questione strettamente locale. Il trasferimento priverebbe Strasburgo di una istituzione che assume personale, riempie alberghi e ristoranti, fornisce lavoro ad aziende locali. Nessun governo francese, di destra o di sinistra, desidera fare sgarbi a una città che ha anche un importante ruolo simbolico nella storia dei rapporti franco-tedeschi. La soluzione è suggerita da Sylvie Goulard (deputata europea) e Mario Monti in un libro che hanno scritto insieme per le edizioni di Rizzoli in Italia e Flammarion in Francia. S’intitola "La democrazia in Europa" ed è, a dispetto di un titolo un po’ troppo aulico e generico, una eccellente replica, piena di utili proposte, all’euroscetticismo di una parte dell’opinione europea. Una di queste proposte concerne per l’appunto l’Assemblea di Strasburgo. Goulard e Monti muovono dalla constatazione che all’Europa occorrono, insieme alle istituzioni politiche ed economiche, anche grandi istituzioni culturali. Esiste già il Collège d’Europe, fondato a Bruges per la formazione dei funzionari europei. Esiste a Firenze un Istituto universitario europeo, creato negli anni Settanta, da cui escono ogni anno giovani storici, economisti, sociologi e politologi. Esiste il programma Erasmus che permette agli studenti universitari dell’Ue di completare il corso di laurea trascorrendo un anno nell’università di un altro Paese membro. È arrivato il momento di creare una istituzione simile al Collège de France, creato da Francesco I nel 1530 per la ricerca e l’insegnamento delle discipline che non erano coltivate nelle università del regno: un luogo dove ogni studioso è libero di aprire nuove strade nel continente del sapere e tutti sono liberi di andare ad ascoltare le sue lezioni".
"Questo "cervello dell’Europa", secondo Goulard e Monti, potrebbe occupare la sede del Parlamento di Strasburgo, mentre le somme stanziate per le trasferte potrebbero essere utilizzate per il funzionamento della Fondazione a cui verrebbe affidata la sua gestione. La Francia – conclude Romano – perderebbe una istituzione che non potrà mai, dov’è, dare il meglio di stessa, "ma in compenso accoglierebbe (…) un laboratorio permanente di grande prestigio intellettuale e morale"".

Fonte: 

http://www.aise.it/esteri/unione-europea/130426-perche-il-parlamento-europeo-deve-trasferirsi-a-bruxelles-sergio-romano-risponde-ad-alberto-calle.html

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